Grazia Deledda - Il Sigillo D'Amore by AN

Grazia Deledda - Il Sigillo D'Amore by AN

autore:AN [AN]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Letteratura Italiana
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L'anima nostra ha momenti di chiaroveggenza terribili. Io sento, nel momento che Fedele tira dietro a sé la porta, che egli mai più rientrerà in casa nostra. Sì, nostra, poiché quella casa apparteneva tanto a lui che a me. Ebbi desiderio di uscire sul pianerottolo, di guardarlo a scendere le scale, come si fa con una persona cara che parte: il pensiero del suo giudizio malevolo mi trattenne.

Allora mi aggirai smarrita per la casa. Sopra tutto il pensiero delle difficoltà materiali che l'assenza di lui mi procurava, pareva destasse il mio turbamento: chi pulirà più così accuratamente le stanze, chi mi servirà puntualmente i pasti? Io ero la negazione assoluta di tutto ciò che è donnesco: e diffidavo profondamente delle altre donne, specialmente quelle di servizio. La speranza che Fedele tornasse era il mio solo conforto; ma la sentivo fallace.

Egli non era forse arrivato ancora alla clinica che già mi disponevo a telefonare domandando notizie: il timore di diminuirmi ai suoi occhi mi trattenne di nuovo.

Ed ecco suonano alla porta. La sola idea che sia lui, che tutto ritorni nell'ordine di prima, mi fa sobbalzare di gioia. È Lauretta, invece, che già viene a domandarmi se mi occorre qualche cosa. È una buona e allegra ragazza, spesso afflitta da dispiaceri amorosi: ad ogni sua delusione segue però una nuova illusione, e l'amore per lei non è che questione di scelta: cambiano i fidanzati ma l'amore è sempre lo stesso.

- Per il momento non ho bisogno di nulla - le dico senza lasciarla entrare. - Se puoi vieni verso sera -. E ho desiderio di chiederle che cosa ne pensa della malattia di Fedele: lei stessa mi previene, con una smorfia di poca speranza.

- Poveraccio: aveva un brutto aspetto. Speriamo che se la scampi; ma la peste è di nuovo in giro, e lui lo sa. E adesso mi consegni la cornacchia.

La cornacchia? L'avevo completamente dimenticata. La cornacchia? Perché sento un lieve calore alla fronte? Abissi dell'anima nostra! Il pensiero che l'uccello adesso è tutto mio, che finalmente posso allacciare la mia infinita solitudine alla selvaggia solitudine sua, mi rende quasi contenta che Fedele sia andato via.

- La porterai via più tardi - dico alla ragazza: e sento che le parlo così per vergogna di me stessa, per nasconderle il mio disumano sentimento.

Desolato e nero il giorno moriva sopra la città fangosa che per il contrasto pareva rumoreggiasse più del solito, ma di rumori meccanici, come una grande macchina in rotazione.

Anche il silenzio della mia casa veniva interrotto da squilli frequenti. Il telefono era in contatto con quello di un ufficio d'avvocato, e tutto il corridoio tremava per le incessanti chiamate. D'altronde non volevo togliere la comunicazione in attesa di notizie di Fedele.

A questa continua vibrazione metallica rispondeva quella dei miei nervi scossi: mai mi ero sentita più sola e senza aiuto in mezzo alla grande città ove pure gli uomini possono comunicare fra di loro anche senza muoversi dalla loro camera, e gli uni sono legati agli altri dai fili



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